Recensione PES 2015: sulla buona strada per tornare ai vecchi fasti

Recensione PES 2015: sulla buona strada per tornare ai vecchi fasti

La stagione 2014/2015 segna il ritorno in prima linea di Konami con la sua inedita versione next-gen di Pro Evolution Soccer. Gli ulteriori dodici mesi di sviluppo hanno permesso al team di implementare numerose novità e di rendere questo titolo molto più interessante di quanto non siano stati, da molti anni a questa parte, i suoi predecessori. Tutto questo avviene in concomitanza con i notevoli passi falsi compiuti da FIFA 15, che hanno contribuito a creare malumori tra i giocatori più attenti. Si avvicina la fine di un’epoca e il ritorno ai fasti del passato?

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Introduzione

Epoche che volgono al termine. Questa è l’impressione che scaturisce dopo aver speso numerose ore su entrambi i nuovi titoli calcistici di questa stagione 2014/2015. Electronic Arts quest’anno ha stravolto tante cose in FIFA 15, in primis la profondità ed efficacia del sistema di gioco, eppure il risultato non è stato lusinghiero. Se esiste infatti una ragione per cui FIFA, dal 2008 in avanti, è sempre stato sinonimo di simulazione calcistica, è stata proprio la capacità di David Rutter e della sua squadra di innovare in modo intelligente e dare una rappresentazione articolata e complessa del calcio virtuale.

Il FIFA re della simulazione era difficile da padroneggiare, richiedeva tempo e dedizione, allenamento per chi desiderava essere competitivo online, ma soprattutto lasciava ampio margine a chi intendesse prevalere con la concretezza, senza scadere nella “dribblomania” (concedeteci il termine) compulsiva e nell’utilizzo di scorciatoie per la vittoria. Lo sviluppo delle trame offensive, il gioco a due tocchi, il possesso di palla e le verticalizzazioni, erano il cuore pulsante della produzione.

Con l’introduzione – a partire da FIFA 12 – della nuova difesa tattica, veniva poi inserito un ulteriore tassello, che rivoluzionava il tradizionale sistema di difesa. E ancora una volta funzionava, eccome se funzionava. FIFA 15 invece ha voluto rompere gli equilibri (forse in vista di un’ennesima rivoluzione, questa volta fallita?), risultando fastidiosamente frenetico, poco bilanciato tra la fase di attacco e quella di difesa e incapace di fornire quei feedback che i cultori della simulazione continuano a ricercare. Per non parlare della maggior pecca, certamente costituita dalle pessime innovazioni nel sistema di tiro e da comportamenti insensati dei portieri, che ne hanno ulteriormente minato la credibilità.

Che piaccia o meno, il dominio di FIFA non è più rispondente alla realtà dei fatti, o per lo meno non sta accadendo in questa stagione, in attesa di capire se l’inversione di tendenza sia destinata a confermarsi sul lungo periodo, come già avvenne in passato con i disastri e gli autogol di Konami successivi alla pubblicazione di PES 2008.

Come sapranno bene i malati di calcio, lo scorso anno Konami ha preso una decisione piuttosto drastica ma di prospettiva, decidendo di pubblicare PES 2014 solamente su PC e sulle console di vecchia generazione, riservandosi quindi un ulteriore anno di lavoro per esordire su next-gen con un prodotto effettivamente nuovo e di buona qualità. Lì per lì ci è parso l’ennesimo passo falso, frutto di tante scelte dissennate e di una compagine di sviluppo ormai non più attenta all’innovazione e alla profondità del gameplay, che al contrario costituiva un preciso trademark dello studio fin dai suoi esordi, avvenuti a cavallo del millennio.

PES 2015 si fa notare soprattutto per la qualità del sistema di gioco e per un approccio tattico e ragionato che invece la concorrenza sembra aver smarrito per strada. Sia chiaro, di lavoro da fare ce n’è ancora e i margini di miglioramento sono comunque ampi, ma l’involuzione che sta vivendo la concorrenza sa tanto di già visto e lascia presagire una decisa inversione di rotta che potrebbe riportare nel tempo i vecchi giocatori di PES - approdati in massa su FIFA - a percorrere il sentiero inverso e a ritornare alle loro origini. E’ proprio questo, infatti, il principale feeling che abbiamo provato giocando a PES 2015 e seriamente: era davvero da una vita che non ci accadeva più.

 
^