Come la Brexit potrebbe cambiare l'industria dei videogiochi britannica
Il Regno Unito è il sesto mercato al mondo, per quanto riguarda la quantità di denaro spesa dai consumatori. Ma la Brexit potrebbe cambiare molte cose.
di Rosario Grasso pubblicata il 27 Giugno 2016, alle 12:31 nel canale VideogamesDopo la sorprendente decisione del popolo britannico, che ha votato per la fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, definita Brexit dagli organi di informazione, la Gran Bretagna potrebbe perdere la posizione di leader nel settore dei videogiochi. Lo hanno riferito alcuni analisti di mercato a GamesBeat, che è stato pronto a contattare alcune personalità del mondo dei videogiochi per chiedere un parere sui fatti di attualità.
Dopo i primi exit poll che davano la Brexit come vincitrice (alla fine ha ottenuto il 51,9% delle preferenze contro il 48,1% di chi ha votato per l'appartenenza alla Ue), la sterlina ha perso circa il 10% del suo valore e risulta essere in calo anche nella giornata di oggi. I mercati azionari hanno vissuto al contempo delle contrazioni importanti e alcuni indici sono andati a picco in maniera ancora più marcata rispetto alla precedente crisi del 2008. Prima del voto diverse compagnie tecnologiche, e non solo, avevano avvertito i cittadini delle conseguenze della Brexit, ma non sono state ascoltate.
Naturalmente, un avvenimento di questa portata ha ripercussioni molto importanti sull'economia nel suo complesso, ma per ovvie ragioni qui ci limitiamo a trattare esclusivamente il settore videoludico. La Gran Bretagna è stata storicamente una delle nazioni trainanti nel mondo dei videogiochi, con marchi storici come Codemasters, Lionhead Studios, DMA Design, Ocean, Psygnosis, tra gli altri, mentre negli ultimi anni ha avuto successo soprattutto in ambito mobile, con titoli come Candy Crush Saga, partorito da uno studio con sede proprio a Londra, King. Alcuni videogiochi Tripla A di richiamo internazionale, come Ghost Recon Wildlands, sono in sviluppo in studi interni al Regno Unito per quanto riguarda alcune sezioni del gioco. In questo caso si tratta di Ubisoft Reflections, che ha sede a Londra.
"La caduta della sterlina potrebbe comportare un aumento di prezzo per i videogiochi, e questo si tradurrebbe in un minor volume di acquisti da parte dei consumatori del Regno Unito", ha detto R.W. Baird, analista di Colin Sebastian, a GamesBeat. "Inoltre, diverse compagnie potrebbero decidere di spostare i loro studi e le loro sedi al di fuori del Regno Unito".
Il primo effetto della Brexit, quindi, è un ridimensionamento del potere d'acquisto dei consumatori britannici. Questo vuol dire che i produttori di videogiochi esterni al Regno Unito potrebbero smettere di considerare come profittevole questo mercato. D'altra parte, chi risiede fuori dal Regno Unito potrebbe trovare conveniente acquistare beni o servizi internamente al Regno Unito sfruttando il cambio favorevole della propria moneta rispetto alla sterlina.
"Le compagnie che operano a livello internazionale non avranno più interesse a stabilire sedi a Londra o nel Regno Unito", ha aggiunto Peter Warman, CEO e co-fondatore della società di ricerca Newzoo. "Inoltre, quelle compagnie che hanno già sedi lì, come Sega e King, potrebbero decidere di trasferirsi all'estero".
"Rimanere nel Regno Unito vorrà dire sobbarcarsi un maggior volume di imposte, il che indebolirà la propria posizione competitiva", sostiene Joost van Dreunen, CEO e analista di SuperData Research. "La cosa più triste di tutto questo è che rende inutile il duro lavoro di organizzazioni come Ukie, che proprio recentemente ha ottenuto dal governo sgravi fiscali per tutti i creatori di videogiochi. Il Regno Unito vanta una lunga storia di team di sviluppo indipendenti che hanno portato alla luce contenuti creativi: l'uscita dalla Ue colpirà soprattutto gli indie".
Ukie è l'associazione non-profit che rappresenta le compagnie che operano nel settore gaming nel Regno Unito e che a gennaio ha ottenuto finanziamenti per $ 1,64 milioni di dollari per "trasformare Londra nella capitale del gaming". Ukie ha già diramato un comunicato affermando che, nonostante l'uscita del Regno Unito dalla Ue, continuerà a lavorare per supportare la creazione di contenuti all'interno della nazione.
"Circa l'80% dei finanziamenti che abbiamo ricevuto finora provengono dall'Europa", ha aggiunto Donald Whiteford, CEO di Nomad Games, uno studio indipendente con sede a Manchester che ha recentemente messo in commercio il videogioco Talisman: Digital Edition.
Michael Pacther, invece, si schiera su posizioni leggermente diverse rispetto agli altri protagonisti dell'industria del gaming che hanno risposto a GamesBeat. "Credo che l'industria dei videogiochi britannica cambierà poco o per niente", ha detto l'analista di Wedbush Securities. "Gli studi britannici continueranno a produrre videogiochi come hanno fatto finora e le compagnie europee come Ubisoft continueranno a vendere nel Regno Unito. Anche se ovviamente potrebbero dover pagare tasse più alte".
"Il fatto che la sterlina si svaluti rispetto al dollaro mi permette di sopravvivere vendendo una quantità minore di giochi, visto che normalmente vendo i miei giochi in dollari", dice Cliff Harris, fondatore di un altro studio indipendente britannico, Positech Games, responsabile di Democracy 3. "Potrei avere qualche problema a lavorare con altri professionisti residenti in Europa, ma normalmente collaboro da remoto con persone provenienti da tutte le parti del mondo".
Whiteford di Nomad Games, che sostiene di aver votato per la permanenza nell'Ue, aggiunge che la Brexit potrebbe significare maggiori agevolazioni fiscali per gli sviluppatori, rifacendosi a un recente comunicato dell'altro gruppo di lobbying TIGA. "Ci potrebbero essere ulteriori agevolazioni fiscali per stimolare ulteriormente le attività nel Regno Unito", ha detto Whiteford a GamesBeat. "Attualmente siamo alla ricerca di nuovi round di finanziamento provenienti da Usa e Asia. Ma il talento rimane qui, anche se la sterlina è debole, il valore della nazione rimane alto. Vendiamo in formato digitale in tutto il mondo, e anche in questo scenario traiamo vantaggi da una sterlina più debole. A livello europeo potrebbe cambiare qualcosa, ma a livello mondiale tutto resterà come prima".
"I ricavi si ridimensioneranno verso il basso se la sterlina continuerà a perdere valore, ma la Banca d'Inghilterra si prepara da tempo a questo momento e afferma di avere piani di emergenza per assistere il mercato e supportarne la sua stabilità", sostiene Stewart Rogers, direttore di VB Insight che risiede nel Regno Unito. Secondo Rogers la principale limitazione riguarderà piuttosto la libertà alla circolazione di merci e talenti all'interno dell'Europa.
"In Europa ci sono circa 21 mila persone che lavorano nell'industria dei videogiochi mobile, e la maggior parte di queste lavora nel Regno Unito, circa 5 mila", aggiunge Rogers, che si rifà agli studi demografici che indicano che la maggior parte delle persone che hanno votato per la Brexit sono piuttosto anziane, mentre i giovani hanno votato in larga parte per l'appartenenza all'Ue. "Potrebbe verificarsi pertanto una fuga di cervelli durante la fase di negoziazione tra Uk e Ue".
"La paura di non avere più opportunità di lavorare negli altri paesi europei, potrebbe spingere questi talenti a lasciare subito il Regno Unito, e questo sarebbe un problema serio per l'industria dei videogiochi britannica", conclude.
107 Commenti
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Io sono nella tua stessa situazione ma al momento lavoro fra Rimini e Bratislava. Giusto ieri ho annullato il colloquio per una posizione (per altro niente male) al Trinity. La tizia mi ha risposto che da venerdì praticamente tutti i candidati stanno reagendo così. Insomma, peggio per loro.
Poco male, continuerò a fare la sponda fra la bellissima Romagna e l'est Europa.
Io sono nella tua stessa situazione ma al momento lavoro fra Rimini e Bratislava. Giusto ieri ho annullato il colloquio per una posizione (per altro niente male) al Trinity. La tizia mi ha risposto che da venerdì praticamente tutti i candidati stanno reagendo così. Insomma, peggio per loro.
Poco male, continuerò a fare la sponda fra la bellissima Romagna e l'est Europa.
in effetti
Sembra che la Gran Bretagna sia morta da un giorno all'altro! ragazzi, sveglia!! servirá magari il visto per andare a Londra...e allora?! sapete in quanti paesi serve il visto?! la sterlina? non si sa ancora cosa succederá e poi non è che l'euro sparisce oltre la Manica!
La quantitá di pippe mentalo che si stanno sentendo negli ultimi giorni è imbarazzante!! È proprio vero che la gente, a volte, non si merita nemmeno la democrazia visto che ha il cervello di un bambino di 5 anni e non sa analizzare le cose, decidersi e prendersi le proprie responsabilitá: hanno votato in libertá, hanno deciso in libertá, eppure son tutti tristi e scontenti!...
Fare piani o previsioni basate sull'andamento della borsa di due giorni è ridicolo.
Oltretutto mostrano una ignoranza monetaria assurda, infatti una moneta debole favorisce le esportazioni all'estero, questo lo sanno tutti ! Non hanno votato per abbracciare il comunismo, basta a guardare gli altri stati come Svizzera o Norvegia dove puoi entrare a lavorare come vuoi senza passaporto.
Il nazionalismo europeista fa danni perché basato sull'odio e sulla non accettazione delle volontà altrui. Europeismo ridotto a voglia di vendetta.
Ennesima balla quella secondo cui i giovano hanno votato per restare, infatti l'affluenza dei giovani è stata solo del 36%, sono rimasti a casa ed il numero di anziani che ha votato per il Remain è superiore a quello dei giovani, data l'affluenza superiore all'80% nelle fasce di età più alte.
Ma esportarli e produrli in uk renderà molto.
Se king oggi vende un euro di item si porta a casa 0.8 sterline.
Un domani potrebbero essere una o più.
In generale concordo con quanto hai scritto (nel mio piccolo posso aggiungere che anche quasi tutti i miei amici di edimburgo hanno votato Leave, nonostante siano tutti partecipanti, incluso il sottoscritto, di Erasmus), ma dove hai preso le percentuali che hai postato?
.
Ma quale isterismo? questa è pura razionalità e chi dice il contrario significa che non si è mai trovato in questa situazione.
Se accettassi chi mi dice che tra 6 mesi non abbia bisogno di un permesso per restare in UK? se mi faccio male sarò coperto dal SSN con la mia tessera sanitaria europea? se guadagno 1000 sterline, tra 6 mesi quanto varranno in Euro? L'azienda che assume, chi mi assicura che SE Londra andasse avanti con l'uscita (cosa al momento non certa perchè il referendum è semplicemente consultivo e non vincolante), non tagli gli investimenti in UK? quanto perdo in potere d'acquisto se la sterlina continua a svalutarsi in un paese con una bilancia commerciale passiva si 200miliardi?
vabbè, morale della favola non me ne frega niente, del resto andar via dalla splendida Amburgo solo un pazzo lo farebbe, oggi come come prima del referendum.
Sembra che la Gran Bretagna sia morta da un giorno all'altro! ragazzi, sveglia!! servirá magari il visto per andare a Londra...e allora?! sapete in quanti paesi serve il visto?! la sterlina? non si sa ancora cosa succederá e poi non è che l'euro sparisce oltre la Manica!
La quantitá di pippe mentalo che si stanno sentendo negli ultimi giorni è imbarazzante!! È proprio vero che la gente, a volte, non si merita nemmeno la democrazia visto che ha il cervello di un bambino di 5 anni e non sa analizzare le cose, decidersi e prendersi le proprie responsabilitá: hanno votato in libertá, hanno deciso in libertá, eppure son tutti tristi e scontenti!...
Perché la propaganda incessante dei media agli ordini dell'elite finanziaria che anima e controlla l'UE, alla fine ha ottenuto i suoi risultati. Ormai sono 15 anni che la gente è soggetta a questo continuo lavaggio del cervello, al punto che essere indipendenti e liberi, sembra una pazzia. E quando uno schiavo crede di essere libero, allora lo scopo è raggiunto. Che vuoi farci, tutto prosegue secondo i piani. Intanto gli inglesi hanno dato una lezione di democrazia e libertà all'Europa schiavizzata, ostaggio dal nazismo finanziario targato EU.
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