The Elder Scrolls Online: le prime sessioni di gioco

The Elder Scrolls Online: le prime sessioni di gioco

Jonathan ha partecipato al beta test di The Elder Scrolls Online. In attesa dell'anteprima completa, che pubblicheremo nella prossima settimana, ecco le sue impressioni dopo le prime sessioni di gioco.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Verso il genere MMORPG

Sono passati esattamente vent'anni da quando il mondo di Tamriel ha aperto ufficialmente le porte. The Elder Scrolls: Arena, primo capitolo di una saga che vanta molti più titoli del celebre trittico Morrowind-Oblivion-Skyrim, uscì proprio nel 1994 e fino ad oggi è stato l'unico gioco della serie a permetterci di viaggiare per l'intero continente teatro delle tante avventure vissute fino ad oggi.

Una delle caratteristiche della serie targata Bethesda Softworks è infatti quella di ambientare ciascun capitolo in una provincia specifica del mondo di Tamriel: Daggerfall, il secondo gioco, era ambientato nell'Iliac Bay di cui appunto Daggerfall era uno dei ducati principali. Morrowind era ambientato nella provincia degli elfi oscuri, più precisamente sull'isola di Vvanderfell. Oblivion era incentrato su Cyrodiil, la provincia imperiale, cuore dell'apparato politico e della dinastia dei Septim. Skyrim era ambientato nelle terre del nord durante una guerra civile tra gli abitanti e il resto dell'Impero, e anche i meno conosciuti spin-off, come Redguard, si focalizzavano solo su zone ben precise come l'isola di Stros M'Kai e l'area di Hammerfell.

The Elder Scrolls Online, il mmorpg in lavorazione da Zenimax Online Studios, ha messo fine a questa decennale tradizione e per la prima volta dai tempi di Arena ha riportato l'intero mondo di Tamriel sugli schermi dei nostri computer. Un testamento all'intenzione che gli sviluppatori hanno di creare, anche per questa versione online della celebre saga single player, un ambiente immenso in cui immergersi.

Il passaggio all'online è sicuramente uno dei punti più critici per un titolo come The Elder Scrolls Online. La serie creata da Bethesda è ad oggi uno dei pochi titoli esclusivamente single player a rappresentare una vera e propria corazzata del mercato: da Morrowind in poi, ogni titolo è andato in crescendo di vendite e si è ritagliato un enorme bacino di appassionati. I meriti sono tanti, a cominciare dall'ampia possibilità di modding che accompagna i vari giochi della serie, ma la ragione principale per cui Skyrim e i suoi immediati predecessori hanno avuto così tanto successo è chiara: Bethesda offre un'esperienza di gioco unica, pur con i suoi difetti, in termini di vastità e immersione. Nessun altro sviluppatore di rpg è riuscito in questi anni ad avvicinare, né tantomeno a battere, lo studio del Maryland in termini di pura ampiezza di contenuti: posti da visitare, missioni da portare a termine, personaggi da incontrare, dungeon da esplorare e così via.

E' di fronte a questa considerazione che bisogna chiedersi fino a che punto il passaggio all'online possa beneficiare i fan della saga. The Elder Scrolls, in tutte le sue incarnazioni nel corso della storia, è sempre stata un'avventura “personale”, in cui ci immergevamo nei panni di un anonimo personaggio baciato dalla sorte e lo accompagnavamo nella scalata per diventare un eroe. Può la stessa formula funzionare all'interno di un contesto esclusivamente multiplayer, circondati da tanti altri eroi come noi, dividendo le nostre esperienze di gioco con amici o sconosciuti, oppure questa condivisione forzata finirà per far sfumare quello charme unico che ha sempre caratterizzato il mondo di Tamriel?

 
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