Dead Space 3: la furia di Isaac Clarke

Dead Space 3: la furia di Isaac Clarke

Torna la paura di Dead Space e tornano i combattimenti, ormai storici, contro i Necromorfi. Con il terzo capitolo, DS è un po' più reattivo e permette per la prima volta di giocare in multiplayer co-operativo. Scopriamo come, e se, cambia.

di , Rosario Grasso pubblicato il nel canale Videogames
 

Introduzione

La saga di Dead Space è sempre stata un piccolo gioiellino. Dotata di un’atmosfera sufficientemente inquietante, ha saputo toccare i vertici della categoria survival horror di ultima generazione; aggiungendo, grazie al particolare sistema di combattimento, una decisa (e precisa) componente shooter.

Il tutto ‘rimpolpato’ da sezioni di esplorazione a tempo (per via della quantità di ossigeno limitata, all’esterno delle strutture orbitali), qualche semplice ma gustoso enigma e un profondo sistema di armamento e ‘sviluppo kit’ che costringeva il giocatore a un’attenta analisi degli scenari, in cerca dell’ultima cassa di rifornimenti nascosta nella stanza.

Il primo capitolo della saga – una sorta di ‘fulmine a ciel sereno’, ci aveva introdotto in questo futuro cupo e corrotto. Laddove, nella costante caccia alle risorse energetiche, finanche nel cuore dello spazio, l’umanità aveva risvegliato qualcosa di terribile. E cioè i Marchi, sorta di inquietanti monoliti o menhir, dotati di grandi potenzialità (soprattutto, come si scoprirà con l’evolversi delle vicende, dal punto di vista della produzione di energia), ma letali, perché in grado di manipolare, corrompere e mutare gli esseri umani sovraesposti ai loro influssi.

Nei panni di Isaac Clarke – impacciato e taciturno ingegnere orbitale – avevamo dovuto far fronte all’inizio della minaccia, con il primo Marchio attivato che aveva fatto sfracelli a bordo della nave da trivellazione (classe planet-cracker) USG Ishimura. Nel corso di una disperata lotta per la sopravvivenza (sua e, potenzialmente, dell’intero genere umano), il buon Isaac – oltre alla fidanzata, perita a bordo della Ishimura – aveva perduto buona parte della propria sanità mentale. E come non rischiare la follia, quando si assiste alla mutazione di un intero equipaggio in non-morti (i Necromorfi, appunto) dalle orride fattezze e dall’inusitata aggressività?

La pluralità dei Marchi e il ‘boom’ di Unitology – una setta religiosa fanatica, che lotta per la fusione di tutta l’umanità nel potere del Marchio - aveva fatto sì che la fuga dalla Ishimura non chiudesse le peripezie del povero Clarke. In Dead Space 2, l’ingegnere – a un passo dalla follia – è prigioniero su una stazione stellare residenziale nei pressi di Saturno, dove il Dottor Tillman (psicologo governativo con segrete implicazioni unitologiste) sta ‘curando’ tutti i pazienti entrati in contatto con dei Marchi. Il vero progetto del folle medico, però, è quello di ottenere dati dai propri pazienti per costruire e attivare un nuovo Marchio. Al termine della sua avventura, Isaac – in tutto e per tutto ‘attivatore’ del nuovo Marchio – si libererà dell’ossessione per la defunta fidanzata Nicole (ossessione che il Marchio sfrutta per manipolare l’inconsapevole protagonista) e chiuderà i conti col malefico manufatto, disattivandolo una volta per tutte.

 
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