Le indagini e gli interrogatori di L.A. Noire

Le indagini e gli interrogatori di L.A. Noire

Dopo il brand che ha reso Rockstar celebre nel mondo, ovvero il pluridecorato Grand Theft Auto, e dopo la novità di setting (ma non di gameplay) di Red Dead Redemption, questo L.A. Noire nasce con un immenso interrogativo alle sue spalle. Sarà un gioco sui generis, con un gameplay dedicato allo scopo che gli sviluppatori si sono prefissi, oppure sarà un nuovo sosia di Gta basato più che altro sul freeroaming?

di pubblicato il nel canale Videogames
Grand Theft Auto
 

GTA Noire?

E’ il 1947. La guerra è da poco finita e l’America sta lentamente tornando alla normalità, avvicinandosi al periodo di crescita economica e alla Guerra Fredda. I reduci del conflitto sono rientrati in patria e cercano come possono di reinserirsi nella società per dimenticare, o affrontare, gli orrori della guerra. Tra loro c’è Cole Phelps, ex ufficiale dal pugno di ferro, tornato a Los Angeles ed entrato nel dipartimento di polizia. Il suo obiettivo? Rendere la città degli angeli un posto migliore, e cercare di fare del bene con la divisa blu, più di quanto ne abbia fatto con quella da soldato. Idealista o ingenuo, uomo tutto d’un pezzo o pezzo di marmo, Phelps si renderà presto conto che per chi non è disposto a scendere a compromessi la carriera di poliziotto a Los Angeles non sarà tutta rose e fiori.

E’ questa la premessa da cui parte L.A. Noire, il nuovo gioco prodotto da Rockstar Games e sviluppato insieme al Team Bondi. Nel contesto di una Los Angeles appena entrata nel dopoguerra, con Hollywood che detta i ritmi della città e una corruzione strisciante ma tutt’altro che invisibile, vestiremo i panni del detective Phelps e ci troveremo ad indagare su una moltitudine di casi di vario tipo abbracciando anche quello celebre della Black Dahlia, fino a fare un salto nel passato del nostro protagonista e del mistero che avvolge la sua vita al fronte. Dopo il brand che ha reso Rockstar celebre nel mondo, ovvero il pluridecorato Grand Theft Auto, e dopo la novità di setting (ma non di gameplay) di Red Dead Redemption, questo L.A. Noire nasce con un immenso interrogativo alle sue spalle. Sarà un gioco sui generis, con un gameplay dedicato allo scopo che gli sviluppatori si sono prefissi, oppure sarà un nuovo sosia di Gta basato più che altro sul freeroaming?

GTA Noire?
Cominciamo a rispondere subito alla domanda delle domande. E la risposta è: no, L.A. Noire non è un semplice clone di Gta. La classica struttura freeroaming che ci permette di prendere una macchina e girare per la città è presente ed è la solita a cui siamo abituati, ma è praticamente del tutto superflua anche perché la città di Los Angeles è completamente spoglia di qualsiasi cosa possa invogliare a farci un giro. Ci sono le occasionali missioni secondarie che per lo più si risolvono in qualche sparatoria, ma il concetto è che L.A. Noire è pensato per una cosa e una sola, e cioè risolvere i casi che ci verranno assegnati alla centrale di polizia.

Al di là di questo nel gioco non c’è praticamente nient’altro, e quel poco che c’è è trascurabile. La macchina serve unicamente per spostarsi da un luogo delle indagini all’altro, ad esempio dalla scena del crimine alle case dei vari sospettati, o alla centrale. Ma non c’è alcun bisogno di guidare perché si può chiedere al proprio partner di prendere il volante, saltando così automaticamente alla destinazione (un po’ come avveniva nei Gta usando i taxi). In effetti, guidare in prima persona ha un’unica utilità ed è quella di avere la possibilità di ricevere le missioni secondarie, che vengono inviate via radio e si possono di volta in volta accettare o rifiutare. Siccome queste missioni, pur essendo tutte caratterizzate singolarmente, sono molto piatte e si riducono quasi sempre a qualche inseguimento e sparatoria, evitarle in blocco non ha alcun impatto sul gioco.

Per il resto, Los Angeles pur essendo graficamente abbastanza ben dettagliata, e pur essendo il clima generale molto reminiscente di quel ‘Noire’ che il Team Bondi vuole evocare, la città è come dicevamo del tutto spoglia e non ha assolutamente nessun elemento, nemmeno solo di ‘svago’, che possa invogliare a prendere la macchina e girare per i fatti propri.

 
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